Rimozione con apposito strumentario del tessuto pulpare dalle radici dell’elemento dentario, detersione e riempimento con un materiale inerte. Solitamente necessario a causa dell’esposizione della polpa dentale e sua contaminazione a seguito di carie o evento traumatico.
Conservazione del dente ed eliminazione di infezione, infiammazione e dolore derivanti dalla patologia dentale.
Sono relativi: all’impiego inevitabile di anestetico locale, con vasocostrittore o senza, a cui alcuni soggetti possono risultare particolarmente sensibili per allergie, patologie renali, cardiache, endocrine o stato di gravidanza; alla possibilità di traumi sulle mucose a causa degli strumenti manuali o meccanici; all’eventualità di ingestione accidentale di detti strumenti.
Nella terapia endodontica vengono utilizzati cementi canalari per lo più in associazione con la guttapercha (gomma) e possono essere effettuate medicazioni temporanee con prodotti specifici.
I canali radicolari vengono detersi con diversi lavaggi, solitamente in ipocoirioto di sodio.
La ricostruzione dei denti devitalizzati avviene con gli stessi materiali utilizzati per la terapia conservativa, con l’eventuale utilizzo di perni endocanalari in metallo o in fibra di vetro e in alcuni casi ricoperti con elementi protesici.
In caso di terapia canalare è possibile avvertire temporaneamente alcuni sintomi spiacevoli quali, ad esempio, dolore o sensazione di allungamento del dente.
I denti devitalizzati possono risultare più fragili del normale. In alcuni casi è possibile che sia necessario provvedere alla protesizzazione per ridurre questo rischio. In qualche caso, soprattutto in presenza di anomalie anatomiche come delta apicali, può essere necessario procedere alla resezione dell’apice del dente (apicectomia) o all’estrazione dell’elemento dentario.
Solitamente non esistono alternative se non l’estrazione dell’elemento.