Aumento del volume osseo esistente per permettere il posizionamento di uno o più impianti dentali.
La perdita di un dente (per infezione, malattia parodontale, trauma o altro) può in molti casi determinare anche una perdita dell’osso che circondava il dente. In diversi casi il volume dell’osso può non essere sufficiente a permettere l’inserimento di un impianto, deve quindi essere aumentata la quantità di osso presente per poter inserire un impianto.
A seconda della quantità di osso mancante sono disponibili diverse tecniche per aumentare l’osso.In caso di piccoli deficit può essere sufficiente un sostituto osseo in polvere coperto con una membrana al momento del posizionamento dell’impianto. In casi di deficit osseo severo invece è necessario utilizzare un vero e proprio innesto di un blocchetto di osso. Questo osso può essere autologo (del paziente stesso) oppure omologo (della banca dei tessuti). Sia le membrane che i sostituti ossei, se di origine organica, sono trattati e certificati per non trasmettere malattie infettive.
Possibilità di ricostruire l’osso mancante e quindi inserire impianti dentali dove questo è troppo scarso.
Sono relativi: all’impiego inevitabile di anestetico locale, con vasocostrittore o senza, a cui soggetti ipersensibili possono risultare allergici (ove soffrano di patologie renali, cardiache, endocrine o stato di gravidanza); alla non frequente possibilità di insuccesso dell’integrazione dell’innesto per cause non prevedibili; alla necessità di più interventi nella stessa zona; alla lunghezza del periodo che intercorre tra inizio e fine terapia. Risultati estetici ottimali e duraturi sono talvolta difficili da ottenere.
- Osso di origine eterologa, omologa o autologa
- Membrane riassorbibili e/o non riassorbibili
Dopo l’intervento è possibile avere dolore, edema, infiammazione, infezione o emorragia facilmente controllabili con dei farmaci. L’impianto può non integrarsi e dare luogo a infezione nei primi mesi. Raramente si possono ledere strutture quali il nervo alveolare inferiore (che può provocare alterazione della sensibilità temporanea o permanente del labbro inferiore) o il seno mascellare (che può provocare sinusiti acute o croniche, o infezioni acute). Per minimizzare tali rischi in alcuni casi verranno richieste indagini radiologiche integrative quali la tomografia computerizzata (TAC), solitamente eseguita presso il nostro studio con tecnologia Cone Beam per ridurre le radiazioni, limitatamente alle aree dell’arcata che verranno coinvolte dall’intervento.
Sono rappresentate dalla protesizzazione con ponti e/o protesi mobili parziali o totali in resina, a seconda della situazione anatomica e funzionale individuale.
Le procedure di aumento osseo necessitano di una cavità orale priva di infezioni e di una buona igiene orale. Si richiede al paziente di seguire scrupolosamente le indicazioni che verranno date al termine dell’intervento. Sono previste visite di controllo ad intervalli regolari indicati dal medico. Il mancato rispetto delle suddette visite di controllo e delle relative manovre di igiene professionale sugli impianti può compromettere il risultato della riabilitazione.
Il fumo ha un effetto negativo per la prognosi delle procedure rigenerative, si consiglia di non fumare e comunque di limitarne la quantità nel periodo di guarigione.
Il dottor Cenzi, quale Direttore del Reparto di Chirurgia Maxillo-Facciale dell’Ospedale di Rovigo ha eseguito oltre 500 innesti di osso in oltre vent’anni di esperienza con questi interventi.